Ciliegio
1. INTRODUZIONE
La zona di origine del ciliegio sembra essere quella fra il Mar Nero e il Mar Caspio. Il ciliegio da frutto appartiene al genere Prunus della famiglia delle Rosacee. Di questo, si riconoscono due specie: l'avium L. (ciliegio dolce), diffuso in Italia, e il cerasus L., cioè il ciliegio acido, particolarmente diffuso nel nord Europa. Altra specie è il mahaleb (magaleppo o ciliegio di S. Lucia). L’apparato radicale del ciliegio dolce e del magaleppo è molto diverso visto che nel P. avium si sviluppa molto in ampiezza ed è superficiale, mentre in P. mahaleb si possono spingere in profondità. Questo è il motivo per cui (come vedremo più avanti), in terreni poveri e poco fertili è consigliabile utilizzare dei portinnesti appartenenti al genere mahaleb o ibridi di questo. Riassumendo abbiamo quindi:
- Prunus avium: ciliegio dolce;
- Prunus cerasus: ciliegio acido;
- Prunus mahaleb: ciliegio di S. Lucia o magaleppo.
Il ciliegio fruttifica su rami misti, brindilli e dardi (mazzetti di maggio). Nel ciliegio dolce, la fruttificazione avviene prevalentemente su dardi:
2. TECNICA COLTURALE
- TERRENO E IMPIANTO
Nella creazione di un impianto di ciliegio o nella gestione di piante di ciliegio, va sempre ricordato che, rispetto ad altre drupacee:
- Il ciliegio è molto sensibile ai ristagni idrici, soprattutto il ciliegio dolce e il magaleppo: è necessario quindi assicurarsi della presenza di drenaggio necessario per l'eliminazione del ristagno;
- Molte cultivar di ciliegio dolce sono molto sensibili alle piogge che si verificano durante la maturazione dei frutti: queste provocano la spaccatura dei frutti. Al fine di ridurre la suscettibilità dei frutti del ciliegio alla spaccatura, si conferma l’importanza di trattamenti a base di calcio (applicazione di prodotti a base di calcio per via fogliare in pre-raccolta) che di fatto rafforza la struttura delle pareti cellulari.
- FORMA DI ALLEVAMENTO E POTATURA
Acquistata la pianta di ciliegio in vivaio e individuato il punto giusto dove piantare l’albero, bisogna scavare una buca adeguata (50-60 cm di profondità e 80-100 cm di larghezza) cercando di rendere il terreno situato nel fondo della buca il più minuto possibile con l’aiuto di una vanga o di una zappa (vedi scheda pesco). Si consiglia di mettere nel fondo della buca del concime organico (esempio del letame maturo o cornunghia). Nel caso si utilizzi letame maturo, si consiglia di non far venire a contatto le radici direttamente con il letame, ma di coprirlo con uno strato di terra prima di inserire la piantina. Si può mettere un tutore in modo da mantenere l’albero dritto ed è importante interrare la pianta fino alla zona del colletto (ovvero quella zona di passaggio dal fusto alla radice), perchè se venisse interrata maggiormente si avrebbero problemi legati al marciume del colletto e anche rischio di rotture meccaniche del fusto, al contrario ci sarebbe l’esposizione delle radici con rischio di morte. Infine si deve innaffiare abbondantemente per assicurare una buona coesione tra radici e terra. Il periodo ottimale per la messa a dimora è fine autunno - inizio inverno. Così come descritto più avanti, ciascun portainnesto per ciliegio presenta specifiche caratteristiche di adattamento ad un dato tipo di suolo. Ne deriva che acquistando piante di ciliegio già innestate in vivaio, è necessario verificare che il portainnesto utilizzato sia compatibile con le caratteristiche del terreno presso cui si metterà a dimora la pianta.
Le forme di allevamento utilizzate nel ciliegio (e le relative distanze di impianto) possono essere il vaso (distanze: 6-7 x 6 m) o monocono (6-7 x 4-5 m). Per una raccolta esclusivamente manuale potrebbero essere utili anche forme come la palmetta (5,5 x 6 m) con densità bassa di 600 piante/ha. Nel caso in cui appare utile utilizzare densità di impianto maggiori (esempio 1000 piante per ettaro), possono essere utilizzate delle distanze di impianto di 4 x 3 m, costruendo quindi dei vasi.
Nella foto successiva è possibile vedere un ciliegeto impiantato con distanze di impianto pari a 5 x 3 m:
Importante argomento è quello relativo alla potatura. Sicuramente il ciliegio non è una pianta facile da potare, probabilmente a causa delle conseguenze negative che interventi irrazionali possono determinare sulla pianta. Va detto che, la tecnica di potatura utilizzata deve tenere conto della lentezza con cui questa pianta cicatrizza i tagli. Sulle piante in produzione, dopo la raccolta, la potatura va svolta tenendo conto dei seguenti fattori:
- È necessario contenere lo sviluppo vegetativo che soprattutto quello del ciliegio dolce è notevole;
- Applicare sempre un prodotto cicatrizzante sui tagli di potatura e procedere alla disinfestazione degli arnesi;
- Eseguire dei tagli al fine di favorire la penetrazione della luce all’interno della chioma (tagli di diradamento) o nell’accorciare la cima dei rami principali per contenerne lo sviluppo:
I principali e più noti portinnesti del ciliegio sono:
-
- Franco (Prunus avium): preferisce terreni di medio impasto. Conferisce al nesto una elevata vigoria e ritarda l’entrata in produzione. Un ibrido del franco è il COLT: rispetto al franco ha una maggiore resistenza all’asfissia radicale e riduce del 20% la vigoria del nesto rispetto il franco;
- SL 64: selezione del magaleppo. Si adatta a terreni sciolti, poveri, anche ricchi di scheletro purchè non asfittici e pesanti. Rispetto al franco, riduce la vigoria del nesto del 20%;
- CAB 6P: selezione del Prunus cerasus. Si adatta a terreni compatti e pesanti;
- MaxMa: è un incrocio del ciliegio acido e dolce. E’ un portainnesto che induce vigore medio e precocità di fruttificazione;
- Gisela 6: è un ibrido del ciliegio acido. Risulta tollerante all’asfissia radicale e si adatta a condizioni di terreno e colturali non ottimali.
- Irrigazione e concimazione
Come per altre piante, anche per questa si consigliano dei concimi organici che oltre a migliorare le condizioni di vivibilità del suolo, rendono disponibili per le piante elementi nutritivi. A maggior chiarimento, si consiglia di consultare le seguenti schede presenti nella sezione “gestione suolo” del sito Planet Hortus:
- Compost;
- La nutrizione delle piante
Indipendentemente dalla possibilità di adottare un vero e proprio piano di concimazione (necessario sopratutto per impianti frutticoli specializzati), durante la preparazione del terreno è sempre consigliabile una buona concimazione organica (utilizzando ad esempio un buon letame maturo) sia generalizzata che localizzata sulla fila o nella buca (durante la fase del trapianto). Una quantità indicativa di letame maturo da utilizzare è 300 quintali/ha (corrispondenti a circa 3 kg per metro quadrato). L’incremento del contenuto organico del terreno (soprattutto se questo ne era povero) consentirà di:
- Migliorare la struttura del terreno;
- Migliorare la capacità di ritenzione idrica (capacita del terreno di trattenere l’acqua nel tempo);
- Migliorare la disponibilità di elementi nutritivi.
L’irrigazione del ciliegio è necessarie anche se (come più volte detto) non vanno mai create condizioni di ristagno idrico.
-IMPOLLINAZIONE, CULTIVAR E PRODUZIONE
Anche se esistono delle recenti cultivar autofertili, la maggior parte delle cultivar di ciliegio dolce sono auto incompatibili. Ciò significa che al fine di assicurare una corretta impollinazione del ciliegio (che comunque è di tipo entomofila, quindi legata all’attività degli insetti) è necessario inserire all’interno del frutteto degli impollinatori nella misura del 12-20%. Nella tabella successiva sono indicati gli impollinatori principali delle cultivar più note:
È possibile osservare come nel caso delle cultivar autofertili (esempio Big Star) non è necessario introdurre impollinatori nel frutteto. La resa per ettaro di un ciliegeto si attesta intorno a 10 tonnellate. La raccolta si effettua quando i frutti hanno raggiunto il corretto grado di maturazione (le ciliegie dopo la raccolta non continuano a maturare) nel periodo maggio-luglio, sulla base del seguente calendario di maturazione:
-CARATTERISTICHE NUTRIZIONALI DEI FRUTTI DI CILIEGIO
Le ciliegie possiedono numerose proprietà e apportano notevoli benefici al corpo umano. Questo ovviamente vale se si consuma una quantità ragionevole di questo frutto al giorno (non più di 20-25 ciliegie al giorno). Fra le proprietà positive, vanno ricordate:
- gli zuccheri contenuti nelle ciliegie sono a basso indice glicemico. Questo fa si che, questo frutto (nelle dovute quantità) può essere inserito nelle diete delle persone che soffrono di diabete e nelle diete dimagranti: il basso contenuto di calorie, presenza di vitamine e acqua fa si che questo frutto sia fra i più consigliati nelle diete dimagranti. Il potere calorico delle ciliegie è pari a circa 40 calorie per 100 grammi (paragonabile a quello delle mele);
- grazie all’alto contenuto di polifenoli e antiociani (colorazione rossa), le ciliegie posseggono delle proprietà antiossidanti contrastando l’invecchiamento cellulare e migliorando la micro-circolazione sanguigna.
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