Quanta caffeina contiene un caffè
1. Effetti del caffe' e caffeina nel nostro organismo
All'interno di questo articolo cercheremo di dare qualche indicazione circa il consumo di caffe' e caffeina. Il consumo di caffè è solitamente associato all'aumento della frequenza cardiaca, a palpitazioni ed a aumento della pressione arteriosa. Questi sintomi sono dovuti alla caffeina, sostanza eccitante contenuta nel caffè e che, nella maggior parte dei casi, è proprio il motivo per cui cerchiamo una buona tazza di caffè.
In realtà, i molti studi condotti sino ad ora non hanno rilevato alcuna associazione tra il consumo di caffè e un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, anzi, in alcune persone un consumo moderato di caffè sembrerebbe addirittura essere protettivo.
Il punto fondamentale è capire se siamo in grado di metabolizzare velocemente la caffeina oppure no.
È possibile infatti dividere la popolazione in due: una parte, i metabolizzatori veloci, riescono a smaltire velocemente la caffeina; in questo caso è possibile concedersi fino a 4 tazzine di caffè al giorno senza problemi. I metabolizzatori lenti invece impiegano molto più tempo a smaltire la caffeina: in questo caso la quantità di caffè al giorno non dovrebbe superare le 2 tazzine.
Come capire se siamo metabolizzatori lenti o veloci della caffeina? Semplice: se dopo aver bevuto una tazzina di caffè percepiamo sintomi quali palpitazioni, tachicardia, spasmi etc., significa che siamo metabolizzatori lenti, e dovremo quindi limitare il consumo di caffè.
2. Cosa dice l'EFSA a riguardo
Vediamo ora cosa dice l'EFSA riguardo il consumo di caffe' e caffeina: la quantità di caffeina giornaliera che possiamo assumere senza particolari problemi è fino a 400 mg/giorno.
Una tazzina di caffè contiene circa 80 mg. di caffeina, quindi 4 caffè al giorno.
Attenzione però! La caffeina non arriva solo dal caffè. Anche altri alimenti ne contengono, come il tè (50 mg. circa per tazza), le bibite energetiche (80 mg. a bibita), la Coca Cola o simili (45 mg. a lattina), il cioccolato fondente (30 mg. per 50 g. di cioccolato). Va perciò tenuta in considerazione il totale della caffeina consumata al giorno.
In alcuni casi però, il caffè e la caffeina dovrebbero essere sempre eliminati o comunque fortemente ridotti, come ad esempio in gravidanza ed in allattamento, in caso di gastrite e/o reflusso, in caso di spossatezza/affaticamento cronico, in caso di iper eccitabilità, ansia, irritabilità, in caso di problemi di fertilità o di difficoltà a rimanere incinta, in caso di sindrome premestruale importante.
3. Il caffe' decaffeinato fa male?
Le prime ricette di caffè decaffeinato sono apparse nei primi del 900. Prima di addentrarci sulla questione se il caffè decaffeinato fa male o meno, vediamo di capire meglio di cosa parliamo. La caffeina è un alcaloide, e nei paragrafi precedenti abbiamo visto quanto ne possiamo ritrovare in una tazza di caffè. Sappiamo già che la caffeina è un eccitante e che quindi la sua assunzione potrebbe essere sconveniente da parte di soggetti che soffrono di insonnia o con delle cardiopatie. Per tal motivo si è cercato da sempre di creare una bevanda che pur mantenendo l’aroma tipico del caffè non contenesse la caffeina (caffè decaffeinato). In linea generale, i procedimenti (antichi e moderni) impiegati per decaffeinare il caffè prevedono l’uso di solventi. Il metodo oggi impiegato impiega l’anidride carbonica supercritica (che agisce appunto da solvente). Il procedimento viene applicato direttamente sui chicchi prima delle normali attività di tostatura. Terminata la estrazione della caffeina, è necessario trattare i chicchi con del vapore al fine di eliminare totalmente il solvente. Terminata questa fase, il processo di tostatura (a circa 200 gradi centigradi) ha inizio. Alcuni studi dimostrano comunque, che le fasi che prevedono il trattamento con vapore, determinano anche la perdita di sostanze benefiche naturalmente contenute nei chicchi di caffè. Gli attuali dubbi circa gli effetti negativi che il caffè decaffeinato può avere su di noi, sono probabilmente legati ai vecchi solventi utilizzati, esempio il dicloro-metano, di cui è ampliamente riconosciuta la sua pericolosità. Poiché l’uso di tali solventi è ormai in disuso, i caffè decaffeinati moderni (ottenuti soprattutto tramite l’utilizzo di anidride carbonica supercritica) sono da ritenersi sicuri e quindi innocui per la salute umana. Va comunque detto che, il processo di estrazione della caffeina non riesce ad estrarre totalmente la caffeina: questo e' il motivo per cui anche il caffe' decaffeinato puo' contenere delle tracce di caffeina
Luca Carozzi Biologo Nutrizionista
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