Cos’e’ l’agricoltura biologica



Cos'e' l'agricoltura biologica

All'interno di questo articolo si chiarisce cos'e' l'agricoltura biologica, prima da un punto di vista legislativo e poi da un punto di vista piu' agronomico.

1. Introduzione: cos'e' l'agricoltura biologica

 In questo primo paragrafo cercheremo di chiarirlo da un punto di vista normativo. L'agricoltura biologica è un tipo di agricoltura che esclude l'utilizzo di prodotti di sintesi (concimi ed insetticidi chimici di sintesi) e degli organismi geneticamente modificati (OGM). Inoltre sfrutta la naturale fertilità del suolo favorendola con interventi limitati e promuove la biodiversità delle specie coltivate. Affinchè una azienda possa commercializzare dei prodotti biologici è necessario che aderisce ai dettami del Regolamento Europeo 834/2007 (questo e’ stato abrogato e sostituito dal Reg. UE No 2018/848). Per fare questo, l’azienda deve farsi certificare da un organismo di certificazione accreditato in questo senso. Al di la degli aspetti formali e legali, leggendo il regolamento appare evidente quali sono le tecniche che devono essere istaurate per mantenere la fertilità del terreno.

2. Agricoltura biologica da un punto di vista agronomico

Il regolamento di cui sopra chiarisce da un punto di vista agronomico il concetto di biologico. Il Reg. UE No 2018/848, recita infatti, “fertilità e l’attività biologica del suolo sono mantenute e potenziate mediante la rotazione pluriennale delle colture, comprese leguminose e altre colture da sovescio, e la concimazione con concime naturale di origine animale o con  materia  organica,  preferibilmente  compostati,  di produzione biologica”. In tal senso si consiglia la lettura della scheda “Lavorazioni agrarie, rotazione, consociazione, sovescio e pacciamatura”, che chiarisce come mettere in pratica questi principi. In riferimento alla protezione delle piante contro insetti e funghi, lo stesso regolamento rimanda ad una lista di prodotti consentiti. Questi prodotti appartengono a diverse famiglie che cercheremo di descrivere in successivi articoli. Va comunque chiarito che questi prodotti, oltre che all’interno di aziende certificate bio, possono tranquillamente essere utilizzati anche da agricoltori e hobbisti che preferiscono non utilizzare sostanze chimiche di sintesi, principio questo promosso da Planet Hortus. Per meglio comprendere i concetti fin qui espressi, consigliamo la lettura di questo testo.

3. Certificazione di processo ma non di prodotto

  E’ importante chiarire che la certificazione biologica, in accordo al contenuto dei regolamenti sopra indicati, e’ una certificazione di processo (NON DI PRODOTTO). In altre parole, l’obiettivo primario di questo sistema di certificazione è quello di garantire il rispetto dell’ambiente. Quindi, il fatto che il prodotto finale sia privo di residui di fitofarmaci è solo una conseguenza del metodo adottato: un prodotto non è biologico perché non ha residui ma perché è stato realizzato con un metodo produttivo rispettoso dell’ambiente.

4. Regolamenti europei coinvolti

  Come precedentemente detto, affinchè una azienda possa commercializzare dei prodotti biologici è necessario che aderisce ai dettami del Regolamento Europeo 834/2007. Questo e’ stato abrogato e sostituito dal Reg. UE No 2018/848, che diventerà operativo per le aziende dal primo gennaio 20121. Il nuovo regolamento nasce quindi 11 anni dopo il precedente. Vediamo quindi le principali differenze con il vecchio regolamento:

  • I controlli presso le aziende saranno annuali, ma potranno diventare biennali solo se l’operatore in questione rispetterà per 3 anni consecutivi tutte le regole contenute nel regolamento;
  • Al fine di ridurre i costi di certificazione, diverse aziende accomunate da un medesimo “scopo” potranno adottare una certificazione”di gruppo”;
  • In riferimento alle importazioni verso paesi EU di prodotti biologici prodotti da paesi terzi, verrà abbandonato il “principio di equivalenza”: anche i produttori non UE dovranno certificarsi in base al nuovo regolamento. In altre parole, oggi (in base al vecchio regolamento, ancora in vigore), e’ possibile importare in UE prodotti bio prodotti in paesi terzi e certificati secondo degli schemi di certificazione considerati “equivalenti” al regolamento bio europeo. Questo principio verrà quindi abbandonato e se un azienda non UE vorrà vendere in Europa dovrà adottare il medesimo sistema di certificazione per il bio europeo.

5. Cosa succede in caso di contaminazioni accidentali

Il nuovo regolamento europeo chiarisce anche cosa accade nel caso di contaminazioni accidentali del prodotto e produzione contemporanea di prodotti bio. Il regolamento Reg. UE No 2018/848 dice infatti:

  • Le aziende che producono contemporaneamente prodotti sia biologici che convenzionali, dovranno adottare tutte quelle precauzioni utili ad evitare le contaminazioni (esempio utilizzando fasce di rispetto). Inoltre sarà necessario che ci sia una chiara ed effettiva separazione tra le unità di produzione biologica, in conversione e non biologica e tra i prodotti ottenuti da queste unità.
  • Contaminazioni accidentali. Nel regolamento viene introdotta una soglia massima consentita alle contaminazioni accidentali. Può accadere infatti che un campo coltivato bio possa essere contaminato accidentalmente da qualche trattamento eseguito su un campo vicino (effetto deriva) che appartiene ad un altro produttore. Nell’ipotesi in cui il produttore riesce a dimostrare all’ente di certificazione che tale contaminazione e’ stata accidentale (esempio precedente) e se il livello di fitofarmaco rinvenuto non supera la soglia, allora la certificazione sarà garantita. Ovviamente la presenza di questo limite, non autorizza gli agricoltori ad utilizzare pesticidi chimici. Nel caso in cui vi sia stato un superamento analitico della soglia, seppure viene costatata la accidentalità, la etichettatura “biologico” non verrà garantita.

All'interno di questo articolo abbiamo quindi cercato di rispondere ad una domanda che in molti ci poniamo: cos'è l'agricoltura biologica.

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